Il Motore economico dell’Italia!

A chi dice che il Nord sia il motore (non proprio Euro 4) che muove l’Italia:

“Molte aziende settentrionali erano riuscite a crescere, assumere, erano riuscite a rendere competitivo l’intero tessuto industriale del paese al punto da poterlo spingere in Europa, liberando le aziende dalla zavorra del costo dei rifiuti che gli era stata alleggerita dai clan napoletani e casertani.”

Roberto Saviano in “Gomorra”

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Diamo un calcio all’anticompetitività

Questo è il link della pagina contenente i file didattici da scaricare per studiare

http://cid-4a239dd9328feec3.office.live.com/browse.aspx/Universit%c3%a0

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Il futuro Medico ideale

Il Futuro Medico ideale 

NELLO STUDIO

  • Deve studiare con coscienza, rigore e scrupolo tutto il programma degli esami che è chiamato a sostenere perchè non può accontentarsi di essere sufficiente ma deve essere pronto a comprendere tutti i casi che affronterà.

  • Deve avere una grossa passione per la pratica della medicina.

  • Deve aggiornarsi sempre visto che la medicina fa continuamente passi da gigante .

CON IL PAZIENTE

  • Non deve mai scordarsi che di fronte si troverà delle persone che in lui ripongono la massima fiducia.

  • Deve ricordarsi che avrà di fronte una persona, non una malattia. "Ascoltate la donna o l’uomo che avrete davanti, non guardate "solo" la malattia che vi "porta". Spendete una parola in più con lei o con lui, varrà molto più di una compressa ben somministrata."

  • Deve cercare di avere un approccio umano e sensibile al dolore del paziente e dei familiari dello stesso.

CON I COLLEGHI

  • Deve essere umile, pronto a mettersi in discussione, instaurando con essi un rapporto di fiducia e stima reciproco.

  • Deve aiutarli e collaborare con loro perché nella professione sarà importante un buon lavoro di squadra.

  • Deve prestare gli appunti perchè alla fine lo scopo finale di tutti è lo stesso: la salvaguardia dell’altrui salute.

 

(tratto da FuturiMedici.com)

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Catanzaro: la Ricerca si fa anche qui!

Giorno 25 febbraio 2009 il sito dell’ANSA riportava la senguente notizia:

Secondo una ricerca dell’universita’ Magna Grecia di Catanzaro

(ANSA) – CATANZARO, 25 FEB – Uno studio sull’immunologia dei tumori condotto all’Universita’ Magna Grecia di Catanzaro potrebbe aprire nuove prospettive.La ricerca, condotta dal gruppo del prof. Ennio Carbone si basa sull’azione antitumorale dei linfociti citotossici Natural Killer durante la progressione del melanoma. I dati hanno rivelato, per la prima volta, che i linfociti Nk umani selettivamente riconoscono ed eliminano le metastasi di melanoma linfonodali.

Contemporaneamente sul sito della nostra Università  veniva pubblicato l’articolo più approfondito:

Data:

25/02/2009

Titolo:

Nuove prospettive per la terapia antineoplastica su basi immunologiche: importante studio condotto dal gruppo di ricerca sull’immunologia dei tumori dell’Università Magna Graecia di Catanzaro 

Articolo:

Uno studio sulla risposta immune e quindi sulla significativa azione antitumorale  svolta dai linfociti citotossici Natural Killer (NK) durante la progressione del melanoma, tumore maligno che si origina dai menalociti della cute, cellule preposte alla sintesi della melanina, è stato condotto dal gruppo di ricerca di “Immunologia dei Tumori” dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, coordinato dal Professor Ennio Carbone.

I dati prodotti dal laboratorio di Immunologia dei Tumori dell’Ateneo del capoluogo calabrese hanno rivelato, per la prima volta, che i linfociti NK umani (un tipo molto curioso di linfociti che costituiscono il 20% della popolazione linfoide e che possiedono alta attività antitumorale e antivirale pur non essendo soggetti a espansione genica), selettivamente riconoscono ed eliminano le metastasi di melanoma linfonodali.

Scientificamente, infatti, è stato ormai dimostrato che la patologia da melanoma metastatizza prevalentemente per via linfatica. L’evidenza che alcuni linfociti citotossici, i quali normalmente circolano nei linfonodi, possano riconoscere e distruggere delle metastasi di melanoma apre nuove strade alla terapia antineoplastica su basi immunologiche.  In particolare questa scoperta è rilevante per un possibile trattamento dei pazienti calabresi affetti da melanoma tramite infusione di linfociti NK autologhi. Il prossimo passo dello studio condotto sarà, infatti, il trasferimento clinico ai pazienti, secondo proprio quella filosofia del “from bench to bed” (“dal banco del laboratorio al letto del paziente”) che nella struttura sanitaria del Campus universitario “Salvatore Venuta” trova la sua  più concreta e visibile attuazione.

I dati ottenuti dal gruppo di ricerca diretto dal Professor Carbone sono stati raccolti in un manoscritto in corso di pubblicazione sulla prestigiosissima rivista internazionale “Journal of Clinical Investigation” della Società Scientifica Americana per la Ricerca Clinica ( American Society for Clinical Investigation).

Il lavoro di ricerca è stato svolto nell’ambito di un network universitario internazionale che ha visto interagire, sotto il coordinamento del laboratorio di Immunologia dei Tumori dell’Università  Magna Graecia di Catanzaro, i laboratori di immunologia delle Università europee di Mannheim, Heidelberg, Babraham Institute di Cambridge in Inghilterra, Karolinska Institutet di Stoccolma e quelli statunitensi dell’Università di Pittsbourgh.

La nostra è una realtà nuova e speriamo che lasci il segno!

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Contro L 133/2008

 
Quando ero al liceo ci mobilitavamo tutti per manifestare contro leggi e follie di questo Nostro Bel Paese. Adesso viviamo in modo troppo distaccato l’ideale di "combattente" che lotta per i propri diritti. Ma vivere le cose senza dar loro il giusto peso comporta un rischio importante: la SOTTOVALUTAZIONE, e un buon Guerriero non sottovaluta mai il proprio avversario e la propria causa.
Ultimamente l’Italia degli studenti si è mossa con forza per gridare il proprio diritto alla Protesta. Decine di migliaia di liceali e non solo sono scesi in piazza per esprimere il dissenso nutrito verso la legge 133/2008.
 

Legge 6 agosto 2008, n. 133

"Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria"

pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 195 del 21 agosto 2008 – Suppl. Ordinario n. 196

Art. 49.
Lavoro flessibile nelle pubbliche amministrazioni

1. L’articolo 36 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e’ sostituito dal seguente:
    «Art. 36 (Utilizzo di contratti di lavoro flessibile). – 1. Per le esigenze connesse con il proprio fabbisogno ordinario le pubbliche amministrazioni assumono esclusivamente con contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato seguendo le procedure di reclutamento previste dall’articolo 35.    
    2. Per rispondere ad esigenze temporanee ed eccezionali le amministrazioni pubbliche possono avvalersi delle forme contrattuali flessibili di assunzione e di impiego del personale previste dal codice civile e dalle leggi sui rapporti di lavoro subordinato nell’impresa, nel rispetto delle procedure di reclutamento vigenti. Ferma restando la competenza delle amministrazioni in ordine alla individuazione delle necessità organizzative in coerenza con quanto stabilito dalle vigenti disposizioni di legge, i contratti collettivi nazionali provvedono a disciplinare la materia dei contratti di lavoro a tempo determinato, dei contratti di formazione e lavoro, degli altri rapporti formativi e della somministrazione di lavoro, in applicazione di quanto previsto dal decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, dall’articolo 3 del decreto-legge 30 ottobre 1984, n. 726, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 dicembre 1984, n. 863, dall’articolo 16 del decreto-legge 16 maggio 1994, n. 299, convertito con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1994, n. 451, dal decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 per quanto riguarda la somministrazione di lavoro, nonche’ da ogni successiva modificazione o integrazione della relativa disciplina con riferimento alla individuazione dei contingenti di personale utilizzabile. Non e’ possibile ricorrere alla somministrazione di lavoro per l’esercizio di funzioni direttive e dirigenziali.
    3. Al fine di evitare abusi nell’utilizzo del lavoro flessibile, le amministrazioni, nell’ambito delle rispettive procedure, rispettano principi di imparzialità e trasparenza e non possono ricorrere all’utilizzo del medesimo lavoratore con più tipologie contrattuali per periodi di servizio superiori al triennio nell’arco dell’ultimo quinquennio.
    4. Le amministrazioni pubbliche trasmettono alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della funzione pubblica e al Ministero dell’economia e delle finanze – Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato le convenzioni concernenti l’utilizzo dei lavoratori socialmente utili.
    5. In ogni caso, la violazione di disposizioni imperative riguardanti l’assunzione o l’impiego di lavoratori, da parte delle pubbliche amministrazioni, non può comportare la costituzione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato con le medesime pubbliche amministrazioni, ferma restando ogni responsabilità e sanzione. Il lavoratore interessato ha diritto al risarcimento del danno derivante dalla prestazione di lavoro in violazione di disposizioni imperative. Le amministrazioni hanno l’obbligo di recuperare le somme pagate a tale titolo nei confronti dei dirigenti responsabili, qualora la violazione sia dovuta a dolo o colpa grave. I dirigenti che operano in violazione delle disposizioni del presente articolo sono responsabili anche ai sensi dell’articolo 21 del presente decreto. Di tali violazioni si terrà conto in sede di valutazione dell’operato del dirigente ai sensi dell’articolo 5 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286.».

 
La legge 133/2008 prevede quanto segue:

– una riduzione annuale fino al 2013 del Fondo di Finanziamento Ordinario di 467 milioni di euro (taglio del 6%);
– un taglio del 46% sulle spese di funzionamento;
– una riduzione del turn /over al 20% per l’Università (cioè: su 5 docenti che vanno in pensione al più 1 nuovo ricercatore potrà essere assunto) nel periodo 2009-2013 (in termini finanziari -64 milioni di euro nel 2009, -190 milioni di euro nel 2010, – 316 milioni di euro nel 2011, – 417 milioni di euro nel 2012, -455 milioni di euro nel 2013);
– un taglio complessivo di quasi 4 miliardi di euro in 5 anni;
– l’istituzione di un percorso burocratico che permetta la trasformazione delle Università pubbliche in Istituti privati.

Chi conosce il mondo dell’università sa che i tagli dei primi 4 punti sono tali da ridurre in ginocchio qualsiasi Università pubblica. Fra 2 anni Università come quella di Pisa non sarà più in grado di sostenersi economicamente. Gli scenari di epilogo saranno due: chiusura o privatizzazione
«Gli effetti combinati dell’art.49 della Legge 133/2008 (divieto di ricorrere al medesimo lavoratore con più tipologie contrattuali per periodi di servizio superiori al triennio nell’ultimo quinquennio), e del 37-bis inserito nel ddl 1441 in corso d’approvazione parlamentare, (cancellazione della procedura delle stabilizzazioni) produrranno il blocco delle forme contrattuali a tempo determinato in enti dove la frequenza di concorsi è scarsa e il licenziamento in tronco (dopo tre mesi dall’eventuale entrata in vigore del ddl 1441) di chi aveva già ricevuto garanzie dallo Stato di un percorso per andare a stabilizzare la propria attività professionale.
Le misure descritte mettono a rischio il normale esercizio della didattica e della ricerca nelle università e nei centri di ricerca, aggravano il problema del numero e della media anagrafica del personale, tradiscono gli accordi europei e il dettato costituzionale sulla necessità della natura pubblica dell’istruzione, compresa quella universitaria.

Noi vogliamo che il diritto allo studio resti un diritto di tutti (e non solo dei cittadini più abbienti!). Non possiamo tollerare una legge che è dichiaratamente contro i giovani (al massimo 1 assunzione ogni 5 pensionamenti!), che di fatto è una condanna all’esilio all’estero per le nostre menti migliori e risolve il problema del precariato licenziando i precari. È per questo che gli studenti universitari di Pisa e del resto d’Italia stanno manifestando e protestando.

Dobbiamo fare qualcosa e non dimentecare che la Società non è che una rete: basta un taglio ad una sola delle maglie e la rete si spezzerà ineluttabilmente. PENSIAMOCI. PENSIAMO A NOI!

Per maggiori informazioni eccovi i link utili alla comprensione dell’intervento:

http://www.camera.it/parlam/leggi/08133l.htm#decreto

http://www.corriere.it/politica/08_ottobre_17/lettera_universita_gelmini_scuola_584b8d44-9ba1-11dd-a5ca-00144f02aabc.shtml

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Diamo un Calcio all’anticompetitività

Quest’anno tutti i colleghi di corso sapranno dove prendere il materiale didattico informatico per i Corsi svolti nel nostro Ateneo. Caricherò volta per volta i file sullo SkyDirive del mio space in modo che tutti possano scaricarli con un semplice clic.

L’idea è nata per contrastare quell’atteggiamento di chi pensa che siamo tutti in guerra tra noi e che dobbiamo fare di tutto per metterci i bastoni tra le ruote per SOVRASTARCI l’un l’altro.

NON siamo nell’arena del “mors tua vita mea” e poi questo comportamento NON è COMPETIZIONE! Chi crede che lo sia è colpevole di essere privo di qualsiasi logica e razionalità.

Possiamo dire che la competizione, quella sana, porta in tutti gli ambiti ad un miglioramento generale (nel caso del commercio il miglioramento della qualità del prodotto o comunque l’aumento del rapporto qualità/prezzo). Se tutti ci aiutiamo possiamo favorire lo sviluppo positivo di noi stessi, raggiungendo la vera SANA Competizione. Cercare di superare non gli altri ma noi stessi. Questa deve essere la priorità!

Ho cercato di non perdermi in inutili disquisizioni e di essere il più chiaro possibile…

Chiedo a voi tutti di collaborare. È importante Capirlo!!!

Tu cosa ne pensi??? Sei d’accordo con me?

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Nemmeno l’infinito è completezza

 

 

Cosa sarebbe l’infinito cielo senza le piccole stelle che lo colorano?
 
 
 
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Il Tramonto

Un tempo la Terra era ferma. Poi un giorno vide il Sole negli occhi e si voltò arrossita in un tramonto.

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Notizia Ansa: placcaggio…altro che jet

RUGBY: IL PLACCAGGIO SPINGE PIU’ CHE UN JET AL DECOLLO
 
ROMA – Peggio di uno shuttle che decolla, o di un incidente di formula uno. Il placcaggio, l’azione più spettacolare del rugby, sprigiona anche una devastante potenza: secondo uno studio di un professore di fisica dell’ università del Nebraska chi domani durante Italia Inghilterra del Sei nazioni ‘incontrera” un difensore subirà nell’impatto una forza fino a 150g (g è la forza di gravità), una cifra molto superiore alla spinta che subisce ad esempio un pilota di un F-16 militare al decollo, che è ‘solo’ 10 volte g.

Il calcolo di Timothy Gay, che ha pubblicato i suoi studi in un libro e usa normalmente esempi tratti dallo sport nelle sue lezioni di fisica, ha preso in esame i giocatori di football americano, il parente a stelle e strisce del rugby: "Un giocatore di un metro e 70 che pesa 95 chili e corre ad una velocità di otto metri al secondo – spiega il ricercatore – produce una forza di 800 chilogrammi, molto superiore anche a quella che subisce un astronauta al decollo. Solo per la testa, la sollecitazione è tra i 30 e i 60 g". Questi numeri sono tranquillamente applicabili anche al rugby: Mauro Bergamasco, ad esempio, il miglior placcatore della nazionale italiana, è alto 183 cm e pesa 100 chili, e in media i rugbisti, esclusi quelli che partecipano alla mischia che sono più pesanti, fanno 40 metri in cinque secondi.

 "Il corpo umano riesce a sopportare questo tipo di shock perché sono dati in brevissimo tempo – spiega Antonio Dal Monte, dell’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del Coni – si pensi all’incidente del pilota Lewis Hamilton lo scorso anno: in quel caso la forza esercitata sul corpo era superiore ai 70 g". Ma non c’é solo il placcaggio a sviluppare forze devastanti: un medico australiano ha calcolato la spinta massima prodotta durante la mischia, che è risultata pari a quasi 18mila Newton. In pratica, gli otto giocatori che si scontrano con gli avversari producono nel primo secondo la stessa spinta di due elefanti, di cui il 45% è dato dai soli tre della prima linea.

Con queste forze in campo gli infortuni sono all’ordine del giorno: "In realtà le fratture vere e proprie sono poche considerando che questo sport ha molti contatti – spiega Annalisa Di Cesare, ora medico della nazionale femminile e in passato di diverse squadre – dalla ricerca che stiamo conducendo sulle nazionali e sulle squadre di club principali in due anni se ne sono avute solo tre, mentre molto più frequenti sono i traumi distorsivi, specie a caviglia e ginocchio, dovuti all’ impatto con l’avversario e con il terreno durante un placcaggio o all’errato posizionamento del piede durante le mischie".

A differenza dei ‘cugini’ americani, i rugbisti non hanno peraltro praticamente protezioni: "Solo quelli della prima linea della mischia indossano il caschetto – spiega Di Cesare – mentre per tutti gli altri ci sono parastinchi e paradenti oltre a un corpetto per le spalle che però è un semplice cuscinetto di gommapiuma di pochi centimetri". Gli infortuni più gravi a cui possono andare incontro i giocatori sono i danni alla spina dorsale, che però sono in diminuzione: secondo uno studio sul campionato australiano tra il 1977 e il 2005 ci sono state 77 lesioni, che sono comunque in diminuzione grazie all’adozione di diverse posizioni del corpo nelle mischie. Forse a preoccupare gli italiani che domani affronteranno gli inglesi potrebbe essere un altro studio, pubblicato da Sports Biomechanics, in cui è stata calcolata matematicamente la miglior tecnica di calcio: vincente è risultata essere proprio quella di Johnny Wilkinson, la stella degli inglesi.

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La mia Battaglia.

 

“Sì! Ho lottato con forza per vedere la luce, pur sapendo che questa sarebbe stata risucchiata da qualcosa di più grande, di più forte.

Ma non rimpiango di aver combattuto con tutto me stesso perché adesso so che la luce esiste.”

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